Chi dorme non piglia fishes

Milioni di businessmen trascorrono il tempo di attesa in aeroporto impiegandolo come meglio possono, e secondo goFLUENT anche studiando l’inglese.

Milano, 28 Ottobre 2011 – Secondo lo studio mensile redatto dal CODA (Central Office for Delay Analysis), il servizio dell’organismo EUROCONTROL che fornisce una panoramica della situazione dei ritardi all’interno dell’area europea riservata all’aviazione civile, sul totale dei voli in ritardo rilevati (quasi il 42%, rispettivamente il 44,1% delle partenze ed il 40,3% degli arrivi), il ritardo medio dello scorso luglio è stato di 29 minuti, mentre quello stimato per agosto di 27.

Le cause dei ritardi sono molteplici: dai problemi di gestione del traffico aereo (il 29,8% dei casi di luglio) alle condizioni atmosferiche (il 3,35%), in aggiunta a scioperi (3,90%), complicazioni burocratiche (5,75%), ed infine ritardi provocati direttamente dalle compagnie aeree (il 51,77%, dato che include operazioni di imbarco di bagagli e passeggeri, oltre a difficoltà tecniche riscontrate dai velivoli e dalle piste).

La situazione della mobilità aerea italiana risulta, se possibile, peggiore; infatti, nella triste Top 20 degli aeroporti caratterizzati dal ritardo delle partenze, campeggiano ben tre aeroporti nazionali: Roma Fiumicino (al 9° posto con il 59,1% dei voli), Venezia Tessera (14°posizione con il 50,3%) ed in fondo alla classica Milano Malpensa, con il 51,4% delle partenze che presentano rallentamenti sul programma di volo. Tra i ritardi agli arrivi compare invece solo Milano Malpensa (al 18° posto con il 40,4%), mentre nella classifica degli aeroporti più affollati, si colloca al 5° posto la tratta Roma Fiumicino-Milano Linate, con il 47,4% dei voli differiti.

Tutti questi ritardi non fanno che ripercuotersi negativamente sull’agenda dei viaggiatori, soprattutto su quella dei manager che volano frequentemente per lavoro, e che quindi non hanno proprio tempo da perdere.

In particolare, l’indagine condotta da goFLUENT sull’impiego che i propri allievi, prevalentemente businessmen, fanno del tempo morto trascorso in aeroporto, ha confermato che solo il 27% di questo campione inganna il tempo dilettandosi in svaghi piacevoli, come lo shopping (15%) e il consumo di cibi/bevande (12%). Il 40% legge poi quotidiani, sia cartacei  che online, il 12% fa telefonate di lavoro, il 13% naviga su Internet da tablet e netbook, ed infine l’8% ottimizza l’attesa proprio con un corso di inglese.

Secondo goFLUENT, società leader nella formazione a distanza, i businessmen  quindi si applicano :  “L’8% dei nostri allievi in Italia  fa lezione dalla lounge degli aeroporti, è un dato interessante soprattutto confrontandolo all’anno precedente, in cui ci risultava essere la metà.  Credo che la ragione consista nel fatto che anche la formazione dev’essere in mobilità, considerato che lo è ormai gran parte della nostra vita, professionale e personale” afferma Nicola Musazzi, country manager Italia di goFLUENT.